La Farmacia Museo più antica della Sicilia

A Roccavaldina, piccolo comune della Città Metropolitana di Messina, è rimasta intatta, nel tempo, la Farmacia Museo, una spezieria del XVI secolo, contenente un ricco e straordinario corredo di vasi farmaceutici. Continua a leggere…

La cittadina messinese collocata sul versante tirrenico a circa 320 metri sul livello del mare, nella Valle del Niceto, è famosa per il suo paesaggio caratteristico ma la sua attrattiva principale è la Farmacia Museo, risalente al 1628, che conserva una collezione comprendente 238 vasi farmaceutici di varia forma, dimensione e vari ornamenti.

Collocati su caratteristiche scansie in legno un’antico si trovano anfore, albarelli grandi, medi e piccoli, fiasche e brocchette. Vedi il video…

Le farmacie, nel XVI secolo, utilizzavano speciali vasi di ceramica per contenere sciroppi, unguenti, oli, grassi e acque medicamentose. Molte collezioni sono però andate distrutte mentre a Roccavaldina i vasi sono stati conservati nei secoli mantenendo ancora oggi l’effetto d’insieme del loro utilizzo originario.

Il corredo di Roccavaldina, quasi unico del suo genere, rappresenta un’interessante occasione per lo studio e la comprensione della storia della ceramica.

La realizzazione delle maioliche conservate nella Farmacia Museo, secondo quanto si legge su alcuni pezzi della collezione, viene attribuita ad Antonio Patanazzi, maestro ceramista che operò a Urbino nella bottega di famiglia, una delle più importanti, intorno al 1580.

Su molti dei vasi sono raffigurate scene bibliche, mitologiche e storiche tratte da originali bozze degli affreschi di Raffaello nelle Logge Vaticane.

Si nota anche lo stemma di Cesaro Candia, probabilmente un commerciante messinese che acquistava i vasi ad Urbino e li rivendeva in Sicilia, in particolare nel palermitano.

Nel 1628 la collezione venne acquistata dal sacerdote di Roccavaldina Don Gregorio Bottaro in un’asta pubblica a Messina dal mercante Francesco Benenato che l’aveva ereditata dai discendenti di Cesare Candia. I vasi vennero successivamente donati alla Confraternita del SS. Sacramento di Rocca con l’onere di dover fare la dote a tutte le ragazze povere del paese.

La Confraternita affittò successivamente la bottega farmaceutica a diversi erboristi che si succedettero nel tempo, fino al 1852, l’ultimo è stato il Dott. Andaloro. Da allora i vasi vennero custoditi, inutilizzati, dalla Chiesa di Roccavaldina fino al 1900 quando le maioliche passarono nelle mani dell’E.C.A., Ente Comunale Assistenza. Solo fra il 1966 e il 1967 tutta la collezione venne restaurata a Faenza e, successivamente, posta sotto la tutela della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina. Dal 1979 la collezione è di proprietà del Comune di Roccavaldina. Vedi l’intervista realizzata dall’emittente televisiva regionale Onda Tv al responsabile del settore turistico Francesco Marchetta

La collezione dei vasi farmaceutici custodini nel piccolo comune messinese può essere accostata alla più nota farmacia della Santa Casa di Loreto realizzata per il palazzo Ducale di Urbino dove è tuttora custodita e attribuita all’officina dei Fontana, sempre di Urbino come quella dei Patanazzi.

All’interno dell’antica bottega farmaceutica, situata nella via Umberto I, nel centro storico di Roccavaldina, accanto al castello, si trovano altri vasi aggiunti successivamente, di fattura; sono presenti anche dei mortai, degli alambicchi, un bilancino, dei filtri ed altro materiale d’epoca.

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