In Sicilia sterilizzati oltre 100 cani grazie a LNDC di Bologna

In poco più di un mese sono stati sterilizzati già 50 cani

La drammaticità del fenomeno del randagismo nel sud Italia è nota a tutti, ed è il risultato di anni di cattiva gestione del fenomeno del randagismo da parte delle Autorità competenti. In Sicilia, in particolare, l’emergenza è costante e fuori controllo, come dimostrano le decine di appelli diramati ogni giorno per salvare quelle povere anime che rischiano di morire torturate, avvelenate, investite, di stenti. L’unico rimedio a questa piaga è la sterilizzazione, per prevenire le nascite di altre decine di cuccioli destinati a vivere agonizzando.

“Un attivista della nostra Sezione ha preso contatti con delle volontarie delle zone di Scicli e Ispica, in provincia di Ragusa”, racconta Annamaria Scarani – Presidente della Sezione LNDC di Bologna, “e ha iniziato ad aiutarle prendendo alcuni cani in stallo per poi darli in adozione. In seguito, data la gravità della situazione, ci siamo offerti di finanziare un progetto per la sterilizzazione di 100 cani in modo da ridurre in maniera decisa il numero delle emergenze e delle cucciolate. Si tratta per lo più di cani di strada, di quartiere e in molti casi di cani di pastori o contadini che sono liberi di vagare e riprodursi senza controllo, i cui cuccioli poi fanno una brutta fine. Forse non possiamo insegnare a tutti il rispetto, ma almeno possiamo evitare che nascano altri cani infelici e sfortunati. In poco più di un mese siamo già a 50 sterilizzazioni e andiamo avanti così, per il bene degli animali.”

“Voglio ringraziare personalmente la Sezione LNDC di Bologna perché è sempre attenta e pronta a sostenere le realtà che vivono situazioni difficili”, afferma Piera Rosati – Presidente nazionale LNDC. “In territori come quello siciliano la sterilizzazione è l’unico strumento che può realmente contenere un fenomeno devastante e drammatico come il randagismo. Come sempre, quando le istituzioni latitano, sono i volontari a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare, investendo anche ingenti risorse economiche come in questo caso.”

“Purtroppo molte persone pensano ancora che la sterilizzazione sia ‘contronatura’, come se invece far nascere decine di cani che – nel migliore dei casi – passeranno la vita in un canile sia assolutamente naturale e normale. In molti altri casi, invece, l’avversione alla sterilizzazione è il risultato di una ‘cultura’ che vede ancora il cane come un oggetto, uno strumento di lavoro, di cui prendersi cura quanto basta perché ‘funzioni’”, continua Rosati.

“La sterilizzazione, invece, è un vero e proprio atto di amore e di responsabilità verso il proprio cane – perché aiuta anche a prevenire molte malattie, verso gli eventuali cuccioli che rischiano di nascere per poi morire in maniera atroce e verso le migliaia di cani che sono rinchiusi nei canili di tutta Italia e aspettano solo la loro occasione per avere una vita degna di essere vissuta”, conclude Rosati.

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