Sartoria sociale realizza mascherine
La Sartoria sociale di Messina Social City realizza mascherine
La Messina Social City, in questo periodo di emergenza sanitaria, ha convertito il laboratorio di sartoria sociale. Operatrici e migranti, dopo aver appreso mesi fa dagli anziani ospiti di Casa Serena l’antica ‘arte’ del cucito, sfrutteranno ora queste competenze per la comunità realizzando mascherine per i cittadini. “La sartoria sociale – spiega Marisa Pisana – direttrice di Casa Serena è nata per essere una risorsa atta a coniugare il sapere degli ospiti di Casa Serena con le professionalità dei migranti provenienti dai paesi africani”.
In questo complicato momento per la diffusione del Covid 19, Messina Social City, la società che si occupa di gestire e realizzare servizi sociali per il Comune, ha pensato di utilizzare le 10 operatrici in forza alla sartoria sociale per cucire mascherine, certificate per l’omologazione dall’Istituto superiore della Sanità. Le mascherine saranno donate in seguito al Coc (Centro Operativo Comunale) per le esigenze della cittadinanza messinese.
“L’idea – spiega Valeria Asquini, presidente della Messina Social City – è nata dopo un corso di sartoria iniziato mesi fa, prima dell’emergenza Covid 19, nella struttura di ‘Casa Serena’, nel quale nostre operatrici hanno appreso l’antica arte del cucito dagli anziani ospiti della struttura. Si è creata dunque un’importante sinergia, che ha permesso di mettere insieme antichi saperi che provengono dai nostri anziani, con la maestria delle nostre operatrici e dei migranti da noi accolti e aiutati, e che ora si sono messi a disposizione della comunità.
Divulgata la notizia della nascita della sartoria, abbiamo ricevuto due donazioni: una macchina da cucire e un considerevole quantitativo di stoffa, con la quale abbiamo già realizzato numerose mascherine. Continueremo nelle prossime settimane la produzione finché ce ne sarà bisogno”.
“Il laboratorio – aggiunge il vicepresidente di Messina Social City Fabrizio Gemelli – prende il nome di “Punti di Bellezza”, ed è stato concepito inizialmente per effettuare piccole riparazioni, orli, cucire abiti, lenzuola per gli ospiti della Casa di Vincenzo, che ospita i senzatetto della nostra città ”.
“A seguito della diffusione della pandemia tuttavia – sottolinea la componente del Cda di Messina Social City Simona Romano – c’è stata poi la necessità di creare un servizio sempre più urgente per il territorio per la carenza di mascherine, abbiamo quindi pensato di rispondere alle esigenze della cittadini, convertendo momentaneamente l’oggetto della sartoria sociale e facendo specializzare le nostre operatrici”.
A Casa Serena si guarda anche al futuro con un laboratorio di cucina che vedrà gli ospiti cimentarsi nella realizzazione di prodotti saranno donati alla cittadinanza.






