Il mistero della galleria di Postoleone a Mongiuffi Melia

Un tesoro all’interno del cunicolo della galleria di Postoleone? Continua a leggere…

Quale mistero si nasconde sotto la galleria di Postoleone, sulla provinciale che da Letoianni sale a Mongiuffi Melia, nel messinese? Costruita cento anni fa da trecento prigionieri austriaci deportati in Sicilia dal fronte la galleria potrebbe custodire un tesoro. Giovanni Curcuruto, lo storico mongiuffese che storicamente da anni si batte per la valorizzazione della galleria, ha dato un’anticipazione di quello che le viscere della strada potessero contenere.

Aveva tenuto il segreto per trent’anni, da quando nel 1989 scoprì una galleria al di sotto del manto stradale durante i lavori di posa della condotta fognaria. Sia lui che un giovane di allora tentarono di accedere al cunicolo ma l’impresa edile che stava realizzando la condotta glielo vietò ed il tombino che gli aveva dato accesso al segreto si chiuse alle sue spalle. Ma Giovanni Curcuruto tentò di accedere al cunicolo calandosi nel vallone con una fune direttamente dalla strada.

«Dai fori – racconta – ho visto un lungo corridoio che si trova sotto la strada e forse continua sotto la galleria. Sembrerebbe un corridoio che porta a delle stanze, magari depositi dove i prigionieri ed i sorveglianti si riposavano durante i lavori e dove magari conservavano i progetti di quella strada e gli oggetti personali».

Ma dopo la rivelazione, la fantasia degli abitanti della zona vola, la galleria è ubicata sul territorio di tre comuni, Mongiuffi Melia, Gallodoro e Letojanni, e così in tanti ricordano i racconti dei nonni e di coloro che ai nonni avevano tramandato voci e leggende.  In molti auspicano l’ispezione del cunicolo che scorre sotto la strada della Città Metropolitana di Messina. Intanto la curiosità è salita parecchio dopo la rivelazione di Giovanni Curcuruto e così la galleria sta diventando meta di turisti, villeggianti e tantissimi curiosi.

Il faticoso lavoro per realizzare la galleria

La storia di quei trecento giovani austriaci, molti dei quali alla fine della guerra rimasero nella valle del Ghiodaro e qui formarono famiglia, aveva già sollevato l’interesse di tanti austriaci, molti dei quali, discendenti di quei soldati diventati poi concittadini degli abitanti della valle, sono tornati sulle tracce dei loro nonni.

Da questa bella storia, fatta di guerra si, ma di amicizia, fratellanza ed integrazione, può nascere un interessante itinerario turistico che coinvolgerà mare e monti.

La galleria realizzata a “mano” dagli austriaci è una vera opera d’arte sia per l’assenza di impatto ambientale sia per la sua conformazione architettonica che la nasconde all’interno della montagna. Molti di quei prigionieri erano scalpellini di professione ed avevano già realizzato sul Brennero e per conto del proprio esercito postazioni di roccia ardita ed ancora esistenti sulle alte montagne del Tirolo. Sulla provinciale che sale a Mongiuffi, ancora tantissimi tratti di muro esistenti sono quelli realizzati con le rocce asportate dalla montagna durante la costruzione della galleria.

Il tunnel misura 65 metri, anche se un tratto di volta, quella dalla parte nord, è crollata tantissimi anni fa a causa di uno smottamento idrogeologico. Proprio nella valle su cui si staglia la galleria, c’è il torrente Ghiodaro dove i soldati austriaci ed i loro guardiani si riposavano rinfrescandosi anche nelle fresche acque. Un luogo da fiaba, tant’è che tantissime troupe di fotografi immortalano lì le loro modelle.

Segui BellaSicilia (gruuppo Comunicare24 by OndaTv) anche sui social

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmailby feather

Lascia un commento

error: