Il Museo archeologico di Marianopoli

Alla scoperta del Museo archeologico di Marianopoli. Continua a leggere…

Nell’ambito della manifestazione “Notti di Sicilia” si è svolta la visita guidata al Museo archeologico di Marianopoli (Caltanissetta).  L’iniziativa è stata organizzata da BCsicilia – Per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in collaborazione con ATC a Guardie Sikane.

Il Museo è allestito nel nuovo Palazzo della Cultura “Sikania” ed è intitolato ai fratelli Ludovico e Francesco Landolina, archeologici e numismatici che vissero a Marianopoli. Il Museo racconta la civiltà del territorio di Marianopoli dalla preistoria all’età ellenistica, con particolare riferimento ai due siti archeologici di Monte Castellazzo e Balate-Valle Oscura.

La frequentazione del Monte Castellazzo, posto a Nord-Est dell’odierno abitato di Marianopoli, gravitante sulle vallate del Barbarigo-Belici e del Salito, si data a partire dalla età neolitica, prosegue nell’età del rame ed è documentata fino all’età del ferro. In particolare nel VI sec. a.C. il Monte divenne sede di un abitato indigeno poi ellenizzato, articolato su terrazze digradanti, la superiore delle quali era anche dotata di una cinta muraria di fortificazione. Tale centro, tradizionalmente identificato con l’antica Mytistraton, ricordata dagli storici antichi Diodoro e Polibio per la strenua resistenza ai Romani al tempo della I guerra punica, visse dunque almeno fino al II sec. a.C.

La montagna di Balate, subito a sud-est dell’abitato odierno di Marianopoli, ospitò invece a partire dal VI sec. un centro indigeno poi ellenizzato, fortificato da una cinta muraria estesa a includere la sommità e i fianchi dell’altura. Sull’Acropoli dell’antico centro è stata portata alla luce un’area santuariale. Al margine sud-ovest della montagna di Balate si distribuiva poi, entro un’ampia valle aperta a ventaglio e dal suggestivo nome di Valle Oscura, la necropoli riferibile all’antica città. Le sepolture, per lo più assegnabili al VI sec. a.C., si collocavano entro anfratti e ingrottamenti naturali, molto spesso precedentemente utilizzati, in funzione funeraria, in età preistorica (antica età del bronzo). Oltre a frammenti ceramici neolitici, eneolitici e dell’età del bronzo, il museo espone la caratteristica e prevalente produzione ceramica indigena di età arcaica, che applica a forme di tipo greco quali oinochoai e krateriskoi una decorazione geometrica o vivacemente naturalistica, quest’ultima per lo più col motivo a uccelli dalle code a ventaglio, disposti in lunghi cortei o affrontati in posizione araldica.

Per raggiungere Marianopoli dall’autostrada Palermo-Catania bisogna uscire allo svincolo per Resultano e proseguire per Vallelunga, fino all’incrocio con la SS 121 che si imbocca in direzione Marianopoli.

Nella foto:  Signora di Castellazzo, VI sec. a.C., uno dei reperti custoditi all’interno del Museo Marianopoli.

Segui BellaSicilia.it anche su Facebook mettendo “mi piace” alla pagina: CLICCA QUI

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmailby feather

Lascia un commento

error: