A Nuciddara, il canto tradizionale legato alla raccolta delle nocciole

La Nuciddara è un antichissimo canto eseguito quasi esclusivamente “a cappella”…

Per lungo tempo i canti hanno alleviato le fatiche delle donne e degli uomini impegnati nei lavori nei campi. Giornate lavorative che iniziavano alle prime luci quando i contadini partivano alla volta dei campi. In Sicilia sono diversi i canti tradizionali in vari settori dell’attività agricola. Anche la raccolta delle nocciole veniva accompagnata da canti tradizionali, tra questi la Nuciddara, antichissimo canto eseguito quasi esclusivamente “a cappella”.

Il canto è originario di Tortorici, paese in provincia di Messina, sui monti Nebrodi. Un comune che ha legato la sua economia alla raccolta delle nocciole e che conta diverse frazioni. Anche del canto si registrano diverse varianti, ben otto, quasi a sottolineare, oltre che la separazione topografica, antiche divisioni tra le varie contrade. Per molti secoli, ha accompagnato i lavori legati alla raccolta delle nocciole da cui “nuciddara”.

La raccolta

Ognuno aveva il proprio compito: gli uomini scuotevano gli alberi in modo che tutte le nocciole cadessero sul terreno ed erano loro che portavano a spalla i sacchi pieni. Le donne portavano un fazzoletto in testa e cingevano alla vite un grande grembiule dove depositavano le nocciole. Durante la raccolta che terminava al calar del sole per allietare la giornata si cantavano degli stornelli tra cui la “Nuciddara”.

Per la nuciddara generalmente si sfruttavano componimenti in endecasillabi con numero pari di versi, si dice che spesso serviva durante ‘a ricota d’i nuciddi” (raccolta delle nocciole) a trasmettere messaggi d’amore da contrade di un versante a quelle del versante opposto.

Il canto tradizionale

Ecco il testo del canto tradizionale:

Martiduzzu d’amuri ancora batti …..
Batti stù pettu di finestri e porti……
Lu suli si ‘nni vari e dumani torna…
Si mi ‘nni vaju jò nun tornu ‘cchiù.
Ti mannu salutannu cu lu suli …..
Pirchì nun ajù cu cu mi fidari….
Fighiuzza tu si fatta supra u tò jornu…..
Cchiu bedda i chi si nun ti po’ farii….
Canta lu gaddu e scotula li pinni….
Bonasira fighiuzza e jè-mu ninnii…

Il canto viene introdotto a Maniace, paese in provincia di Catania, sui monti Nebrodi, alla fine del XIX secolo, quando molti contadini del comune messinese si trasferirono sulle terre del catanesee in cerca di lavoro. In questo caso però, la “nuciddara” veniva eseguita soprattutto durante i lavori nei campi e per le serenate all’amata o alle coppie dopo il matrimonio o la fuitina.

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