Sensazionale scoperta a Mistretta durante gli scavi per il gas metano

Alla luce sarebbero venuti uno scheletro, reperti di materiale ceramico e strutture murarie

Sensazionale scoperta a Mistretta (Messina) durante gli scavi per il gas metano. Alla luce sarebbero venuti uno scheletro, reperti di materiale ceramico e strutture murarie che apparterrebbero all’antica Mistretta. Le origini della città hanno sempre appassionato intere generazioni di storici, che si sono confrontate su due ipotesi diverse legate a due antichi toponimi. Ciò che, in ogni caso, appare chiaro, è l’origine semitica della nomenclatura, che sembrerebbe indicare una presenza fenicia nella zona in cui sorge oggi l’attuale centro di Mistretta.

La tradizione fa risalire le origini di Mistretta ai Sicani, che lasciarono prove inconfondibili dei loro stanziamenti nelle costruzioni in pietra e negli oggetti di ceramica, molto simili a reperti di civiltà sicana ritrovati nell’Asia Minore. Ritrovamenti di utensili in ossidiana fanno supporre la presenza di autoctoni in età preistorica. Fondata dai Fenici nel terzo secolo A.C. fu colonizzata dai greci e conquistata dai romani che la elessero citta decumana. Vedi il servizio Tg dell’emittente televisiva regionale OndaTv visibile in Sicilia sul canale 85 e in streaming su www.ondatv.it (in differita sul canale 618)…

Proprio il ritrovamento, secondo indiscrezioni, dei resti di una città greco-romana, e in particolare di un edificio che dalle mura sembra avere tutte le caratteristiche di una villa urbana risalente al terzo secolo avanti Cristo, confermerebbe quanto sia già stato raccontato in qualche libro, ossia che la città di Mistretta è uno dei centri nebroidei più antichi e ricchi di storia. L’area adiacente alla chiesa della Santissima Trinità, nello spiazzo Largo Progresso, in cui insiste l’attività di scavo, dallo scorso settembre, sottoposta a vincolo da parte della competente Sezione Archeologica della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina, a seguito del ritrovamento di resti umani, sembra custodire un tesoro di inestimabile valore.

Una piccola città risalente all’epoca romana edificata ai piedi del castello le cui mura di cinta, a sud-est dello scavo, secondo alcuni studiosi ed appassionati di archeologia e storia di Mistretta, erano state erette proprio dove oggi insiste il Santuario dedicato alla Madonna dei Miracoli. Ulteriori riscontri e notizie auspichiamo di acquisirne nei prossimi giorni. Il prossimo 4 aprile la dottoressa Gabriella Tigano, dirigente responsabile della Sezione Archeologica, della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina, ha programmato un sopralluogo nell’area interessata dagli scavi.

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