Le tradizioni siciliane per festeggiare Santa Lucia, martire siracusana

Considerata dai devoti la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, Santa Lucia viene ricordata per mezzo di tante tradizioni. Continua a leggere…

La sua festa liturgica ricorre il 13 dicembre, un giorno in cui la devozione si unisce ai racconti e alle tradizioni culinarie per il popolo siciliano che vuole ricordare Santa Lucia. Un giorno importante soprattutto per la città di Siracusa, dove la vergine e martire santa Lucia ebbe i natali e dove morì nel 304 durante le persecuzioni di Diocleziano.

Una festa molto sentita che nella città siciliana richiama ogni anno molti fedeli, comprese alcune delegazioni di emigrati siracusani provenienti da diverse parti del mondo.

Considerata dai devoti la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, Santa Lucia viene ricordata per mezzo di tante tradizioni che passano anche attraverso la tavola.

Una leggenda risalente al XVII secolo narra infatti di una Sicilia afflitta dalla carestia e di un popolo che pregava chiedendo disperatamente aiuto, fino a quando, in maniera inaspettata, arrivò al porto di Siracusa, o forse di Palermo, una nave carica di frumento. Era chiaramente una benedizione, un miracolo attribuito a Santa Lucia, e poiché non c’era tempo da perdere, il frumento non venne macinato e lavorato per ottenere pasta e pane ma fu consumato subito, per colmare la fame, semplicemente bollito e condito con sale e olio.

Nasce così la cuccìa, questo piatto povero ma al contempo ricco di nutrienti, oggi preparato mettendo insieme tanti legumi: frumento, fave, fagioli, ceci, cicerchia, orzo, farro, lenticchie, piselli e mais. Conteso tra la città di Palermo e Siracusa ma indubbiamente consumato per devozione in tutta la Sicilia, almeno per un giorno ogni anno sostituisce, come vuole la tradizione, pasta e pane, diventando un piatto unico.

Nel tempo è nata anche una versione dolce che prevede l’utilizzo di frumento ammollato per tre giorni in acqua e poi unito ad ingredienti come la ricotta, il cioccolato, la frutta candita o il miele.

Nel messinese, a Barcellona Pozzo di Gotto e nella Valle del Mela, vengono invece preparati i “baluddi”, dei panetti realizzati unicamente con farina di mais che si mangiano tradizionalmente accompagnati da un caldo piatto di ceci.

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